Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 23 febbraio 2019.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di
studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Tu sei veloce quanto i tuoi
motoneuroni: velocità di reclutamento e scarica
massimale determinano il grado di efficacia. Vecchio e colleghi hanno
proposto e validato un metodo per identificare accuratamente nell’uomo
l’attività di popolazioni di motoneuroni al massimo grado di sviluppo della
forza. La velocità di reclutamento dei motoneuroni e la frequenza massimale di
scarica dell’unità motoria spiega l’abilità individuale nel generare rapida
forza di contrazione. I risultati ottenuti dai ricercatori indicano anche che
gli impulsi sinaptici ricevuti dai motoneuroni prima che la forza sia generata
determinano il potenziale umano di generare forza rapidamente.
Questo studio costituisce la prima caratterizzazione del comportamento di
scarica di un campione rappresentativo di motoneuroni umani durante attività di
contrazione rapida. [Cfr. Vecchio A. D., et al. J Physiol.
AOP – doi: 10.1113/JP277369, 2019].
I riflessi spinali di stiramento supportano
un efficiente controllo della mano. Il controllo efficiente del
comportamento motorio prevede solo la correzione di quanto disturba
l’esecuzione efficace di un compito. Attualmente si ritiene che tale controllo
sia realizzato mediante calcoli eseguiti all’interno di una via transcorticale
a feedback. Jeffrey Weiler e colleghi hanno dimostrato che, per il controllo
posturale della mano, anche la più rapida via di feedback spinale può produrre risposte correttive con grande
efficienza. Questo risultato porta ad un ripensamento dei criteri seguiti dal
sistema nervoso nelle leggi di controllo del comportamento motorio secondo gli
attuali modelli neurofisiologici. [Nature
Neuroscience – AOP doi:
10.1038/s41593-019-0336-0, 2019].
Percezione dell’immagine del corpo
nella sclerosi multipla. 50 pazienti diagnosticati di sclerosi multipla, secondo la revisione del
2010 dei criteri di McDonald, e 45 volontari fungenti da gruppo di controllo
sono stati sottoposti a test formali per la valutazione della percezione
soggettiva dell’immagine del proprio corpo. Lo studio ha rilevato che, quando
manca benessere mentale, anche in pazienti asintomatici e apparentemente in
buono stato di salute, la percezione del proprio corpo può essere gravemente
alterata. [Sengul H. S., et al. Ideggyogy
Sz. 72 (1-2): 49-54, 2019].
Le promesse non mantenute della
genomica sottraggono finanziamenti ad altre branche. Questo tema è stato affrontato in
un dibattito dai nostri soci. Chi non ricorda quando Francis Collins, da
direttore dei National Institutes of Health (NIH), dichiarò che entro un decennio dal
completamento della decodifica del genoma umano, la medicina sarebbe totalmente
cambiata? Non erano pochi in quegli anni i protagonisti ai massimi livelli
della comunità scientifica internazionale ad aver adottato una visione estremistica,
ispirata ad un assoluto riduzionismo genetico. E molti, su tale base, si erano
illusi circa la possibilità di risolvere tutti i grandi problemi della
patologia riportandoli a cause genetiche di malattia, vulnerabilità,
suscettibilità o rischio, e di spostare la centralità dell’impegno medico
dall’assistenza alla prevenzione. In proposito, si può notare che le
personalità scientifiche che si sono lasciate sedurre da questa chimera, pur
essendo di primissimo piano in ambito biologico, in gran parte non erano per
formazione e cultura radicate nel sapere patologico e medico. Steven Rose – uno
dei fondatori della neurobiologia – e sua moglie Hilary notavano già nel loro
saggio Geni, Cellule e Cervelli che
quanti non erano a proprio agio con il “genecentrismo”
di Francis Collins e di Craig Venter della Celera Genomics
non sono stati affatto sorpresi dalle evidenze di una realtà enormemente
articolata e non riducibile alle nozioni rivelate dall’analisi del genoma. Ciò
che il Progetto Genoma Umano e le
biobanche hanno contribuito ad evidenziare è l’esistenza di una complessità
biologica superiore a quella pur prefigurata dalla maggior parte dei
ricercatori non riduzionisti. Il sequenziamento del genoma umano, oltre ad aver
prodotto “una lista di componenti senza un libretto di istruzione su come
assemblarli”, per dirla con Lander, ha lasciato in eredità una fama di
importanza preminente a tutte le ricerche di genetica molecolare che
direttamente o indirettamente si rifanno a quell’impresa. Oggi è tempo di
rivedere i criteri che hanno portato a fare di una situazione straordinaria di
supporto ad un’impresa presentata come un progresso di importanza capitale per
tutta la ricerca biomedica, un criterio ordinario, stabilmente e acriticamente
conservato nell’impiego dei finanziamenti.
Il modello ideale del saggio e le
necessità reali della vita. La riflessione sul pensiero di Seneca nei suoi
rapporti con le esperienze elaborate dai nostri soci per “L’Arte del Vivere”
prosegue, e si è sviluppata questa settimana mediante l’analisi dei gradi della
saggezza.
Il confronto fra colui che, seguendo Seneca, diventa veramente uomo, ossia felice, e colui che segue l’arte del vivere
consiste soprattutto nel fatto che quest’ultimo impara a conoscere e modulare
le reazioni del proprio organismo, non ritenendo l’ira e la paura – ad esempio
– semplici passioni di cui liberarsi, ma stati funzionali prodotti non solo da
eventi esterni ma anche dai modi di funzionamento cerebrale e mentale. Dunque,
la prospettiva di Seneca può essere aggiornata ed integrata dal sapere
neuroscientifico.
Ricordiamo il credo di Seneca espresso nelle Questioni naturali: non bisogna ricercare quanto gli uomini hanno
realizzato nella loro storia, ma ciò che l’uomo deve fare per essere veramente
sé stesso attraverso il conseguimento di una vita saggia. Per la cura
dell’anima e di tutti i suoi mali va desiderato e cercato solo ciò che porta al
miglioramento di sé e va lasciato da parte tutto ciò che agli uomini appare
importante ma non lo è. Il saggio, nella sua perfezione, esiste in Seneca come modello ideale, scopo e fine tendenziale
del quotidiano percorso di ascesa dalle miserie dell’uomo schiavo dei vizi al
valore esemplare dell’uomo totalmente espresso nelle virtù. Non vi è, dunque,
un brusco passaggio dalla stoltezza alla saggezza, come si legge nelle Lettere a Lucilio (75, 8), ma vari gradi
che conducono sempre più in alto, verso la perfezione.
Al primo grado si colloca una
serie di persone che sono riuscite ad eliminare i mali dei più grandi vizi, ma
non si sono liberate dalle passioni e non hanno raggiunto la dimestichezza con
il vivere in funzione del bene supremo, tendendo ancora spesso a rivolgere il
pensiero alla cose che sono mali.
Al secondo grado sono giunti
invece coloro che, pur avendo sradicato dal proprio animo i mali più gravi e le
passioni più intense, nell’esercizio delle pratiche di vita non hanno ancora
raggiunto la stabilità di fondo che è caratterizzata dalla serenità dell’animo.
Al terzo grado della via per la
saggezza sembra esservi una certa serenità di fondo perché i vizi e la massima
parte dei mali e delle passioni sono state eliminate, ma si è ancora
potenzialmente preda di alcuni. Ad esempio, gli uomini in questo stadio del
percorso si sono liberati dall’avidità ma non del tutto dall’ira; hanno
eliminato la lussuria, ma non del tutto l’ambizione; hanno superato il timore
di molte cose, ma non di tutte; di fronte a molte prove della vita rimangono
saldi, ma in alcune circostanze possono ancora cedere. Seneca stesso si colloca
in questa fase dell’ascesa verso la perfezione e, pur indicando ancora un paio
di gradi per il raggiungimento di una vita totalmente saggia, non ne specifica
il contenuto tanto dettagliatamente quanto per i primi tre gradi.
In conclusione, si è discussa la dimensione pedagogica e morale
dell’esercizio di ascesa lungo la scala della saggezza, osservando che un
requisito fondamentale – e radicalmente stoico in Seneca – consiste nella
capacità di obbedienza che consente
di sfuggire alla necessità, perché porta a volere ciò che il destino costringe
a subire, ma che non può essere concepita ed esercitata senza la convinzione
che sia una virtù di sottomissione a Dio.
I nuovi studi da non dimenticare nei
piccoli brani con link agli articoli
sulla nostra home page. Una nuova riflessione sulla
necessità di diffondere maggiormente la conoscenza di molti degli studi da noi
recensiti e, a volte, interpretati, discussi e dibattuti fornendo un vero e
proprio aggiornamento culturale sui singoli argomenti, è stata sviluppata lo
scorso giovedì 21 febbraio. Rispondendo ad una richiesta avanzata nel corso
dell’incontro, si pubblica nuovamente, qui di seguito, il riferimento con le
indicazioni per leggere gli articoli evidenziati, sottolineando che moltissimi
altri titoli, che si incontrano nell’elenco delle “NOTE E NOTIZIE”, introducono
scoperte, nozioni e problemi che meritano di essere conosciuti e approfonditi.
Sotto l’immagine di copertina della nostra Home Page dei piccoli brani di highlight,
tre per anno, che vertono sui contenuti maggiormente approfonditi e discussi,
costituiscono un richiamo per il visitatore. In un recente incontro sono stati
esaminati i tre anni dal 2015 al 2017, e rivisitati gli argomenti così
ripartiti: Scoperte Varie e Interessanti
(2015), Meraviglie della Musica e del
Cervello (2015), Disturbo Bipolare e
Schizofrenia (2015); Progressi per la
Sclerosi Multipla (2016), Aggiornamento
in Psichiatria (2016), Donne di
Cervello (2016); Il Cervello dal
Medioevo a Willis (2017), Acidità
cerebrale e disturbi mentali (2017), Fitness
aerobico e Cervello (2017).
Nei nove brani di questi tre anni, ben 41 link facilitano l’accesso diretto a 41 articoli che possono
arricchire le conoscenze neuroscientifiche e suggerire nuovi percorsi di
conoscenza.
La discussione ha evidenziato che la maggior parte degli argomenti delle
recensioni, che suscitano sempre grande interesse, non è ancora conosciuta in
molti ambienti accademici e, dunque, può ancora costituire materia di
aggiornamento. In proposito, è stato notato che il ritardo nella pubblicazione
delle nuove edizioni di molti manuali e trattati di riferimento nel campo delle
neuroscienze, rende ancora più utile la lettura e lo studio dei nostri
articoli.
Notule
BM&L-23 febbraio 2019
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